mercoledì 28 maggio 2014

Cambiare punto di vista per cambiare il mondo.


Questa è la mia immagine profilo su Xbox Live, e come potete notare non rappresenta nè Marcus Fenix, nè Woods, nè uno dei tanti simpatici avatar di base, ma un semplice omino bianco tutto pixelato su sfondo azzurro.


Conoscete questo omino? Se sì, capirete facilmente di cosa andrò parlando, in caso contrario invece, eccovi la recensione di uno dei giochi che ho letteralmente divorato e che più mi ha affascinato in un passato nemmeno troppo lontano. Ecco a Voi:


lunedì 5 maggio 2014

Un viaggio per la Luna e attraverso le nostre emozioni.

Parlare di un gioco che non si è giocato, o di qualsiasi cosa non si sia fatta/vista/sentita/ecc. non è di certo facile, figuriamoci recensirlo! Non è nemmeno esageratamente intelligente come mossa, neppure per mettersi in bella mostra di fronte agli altri.
 Lo stesso, purtroppo, si può dire di un titolo che si è giocato, si è divorato, lo si è amato e forse anche più del dovuto: è riconosciuto infatti il rischio di cadere in uno dei più grossolani errori per un “recensore” o chiunque voglia fare qualcosa del genere: accecare il proprio occhio critico, offuscare il proprio obiettivo per idolatrare e far piacere a tutti il prodotto trattato e che tanto si è amato.
E questo può succedere, è più che normale che ognuno abbia gusti personali e che provi una sadica punta di  piacere nel cercare di instillare la propria idea su qualcosa di adorato nelle menti dei lettori e visitatori; ma ognuno ha le proprie idee, opinioni, ed è anche grazie a questo che i confronti e gli scambi di idee sono possibili.


Dopo questa minipremessa, e scusandomi del ritardo, vi parlerò di un gioco che senza dubbio ricade nella lista dei miei preferiti di tutti i tempi, sperando di riuscire a non cadere nell'errore di cui parlavo poco prima, dato che questo titolo l'ho adorato, e giocato più volte, e consiglio sempre di dare una possibilità a questa, per me, piccola gemma.


lunedì 14 aprile 2014

"Love is dead" - Catherine, il gioco che non ti aspetti.

"Fear is a feeling that is stronger than love."

Ed oggi sono qui a presentarvi "Catherine", gioco del 2011, che a dire di Wikipedia, è un “videogioco horror platform-avventura con alcuni leggeri seppur frequenti elementi erotici”. E la definizione data dalla famosa enciclopedia online è decisamente azzeccata: "Catherine" è appunto un miscuglio di generi che difficilmente avrebbero trovato una coesione migliore se non in questo caso.

Giocheremo nei panni di Vincent Brooks, pigro ingegnere 32enne, felicemente fidanzato con una bella donna di successo, Katherine McBride. Un ingegnere dalla vita monotona, e gran sognatore, ma non è la sua vita pubblica o lavorativa ad interessarci, quanto la sua vita privata, minata dalla presenza di una bellissima e sensuale ragazza di nome Catherine.

Dietro l’arguta scelta dei nomi delle due “co-protagoniste”, c’è il dramma di un uomo: Vincent si ritroverà infatti a dover condurre una doppia vita costituita da continue mezogne, dividendosi tra la seria Katherine, desiderosa di sposarsi, e la frivola Catherine, la quale si invaghisce improvvisamente del nostro protagonista.

E allora, cosa ha questo titolo di “platform” o di “horror”?

Se, nelle sezioni diurne vivremo la vita di Vincent serpeggiandoci tra le varie scelte, di notte vivremo veri e propri incubi che stanno disturbando le notti di tutti i maschietti della città: in questi incubi ogni uomo sarà rappresentato come una pecora e si ritroverà dinanzi una parete costituita di cubi da scalare, facendo attenzione a non cadere e a non farsi scavalcare, il tutto coronato da dettagli piuttosto oscuri che la trama pian piano svelerà.

Tutto qui”?

giovedì 10 aprile 2014

Guardare al Player di ieri per capire il Player di oggi, Parte 2

Ed ecco a voi la seconda ed ultima parte del primo articolo, buona lettura!



Nello stesso anno del primo DS, ovvero il 2005, un nuovo oggetto subentrò in casa, tra le mie grazie. Più che una totale novità, è stato un gran ritorno: mio padre decise di comprarsi un PC al tempo parecchio tosto per sostituire quello precedente, utilizzandolo  per il montaggio video, sua passione da sempre. 

Ma per un ragazzo come me, montare video non significava nulla, io volevo navigare su internet, come facevo con il vecchio pc ma in modo migliore, volevo esplorare.

E, come ogni ragazzino che si rispetti, esplorando in rete ci si imbatte subito in una caterva di informazioni, video e giochi (e altro materiale, ma vabbè).
Leggevo le mie prime recensioni degli utenti, frequentavo i primi forum, potevo dire la mia come meglio desideravo. Nulla da dire se non che ne ero felicissimo. Ancor più felice quando cominciai a installare i primi giochi, e a giocarli con qualche amico online (cosa, fino ad allora, impossibile). L’idea che potessi parlare con gente conosciuta online, e giocarci insieme al contempo era magnifica, e il tutto funzionava perfettamente.
E giù a scaricare MMORPG gratis, a “craccare” i primi giochi per poterci giocare (lo ammetto, è successo), intasando gli hard-disk di giga e giga di giochi, giocandoli anche assiduamente, provocando un certo fastidio ai miei genitori. Il DS lo utilizzavo ancora, e spesso, ma solo più fuori casa o quando il pc era occupato. C’è stato un repentino cambio di priorità videoludiche.

In parallelo, tutti i miei amici si vantavano delle loro PS2 e delle loro nuovissime XBOX, ma a me quel mondo non interessavano più di molto, col computer avevo tutto sottomano facilmente, e trovavo il sistema mouse+tastiera veramente comodo, soprattutto negli FPS: sparatutto in soggettiva. Un genere che, non avendolo mai potuto provare prima di ora, mi rapì, facendomi provare sensazioni nuove e anche riscoperte, quali l’ansia e le continue scariche di adrenalina. 

La mia arma definitiva
Il gioco che in assoluto che avrò divorato su quel PC? Call of Duty 4: Modern Warfare.  Giocato con gli amici, permetteva un’esperienza di gioco rapida, godibile, divertente ma comunque ragionata; soprattutto a certi livelli: avere un clan, non più solo degli amici per un gioco leggero, ma dei veri e propri compagni di squadra, un’organizzazione in partita, erano tutti fattori che mi mantenevano incollato allo schermo mentre girovagavo col mio Ak-47.

Ma mamma Nintendo nel frattempo mi conquistò nuovamente con la sua ultima creatura, il Nintendo Wii, un rivoluzione per me e per il mio salotto. Non ho avuto parecchi giochi, perchè comunque avevano il loro costo, e dato l’astio dei miei nei confronti dei videogiochi, non potevo di certo permettermi una collezione di tutto rispetto. Ma i giochi che giocai erano superlativi per me, mi intrattennero per moltissimo, con il loro essere immediati ma simpaticamente intricati al contempo, vedi Super Mario Galaxy(tra l'altro, sublime), vedi No More Heroes, Mario Kart Wii o Super Smash Bros: Brawl!

 Ero un giocatore in pace col mondo, con i miei giochi mi divertivo, e non rompevo le scatole a nessuno, non come le dilaganti console war che stavano prendendo piede online. Quello di "console war" è un concetto che posso anche accettare, dato che non si parla della TuttiAmici S.p.a. o della FriendshipForever Inc., ma di veri e propri colossi internazionali dell'industri videoludica e non solo. Ciò che non capisco è l'attaccamento a tale concetto da parte di migliaia di persone, accanendosi contro l'una o l'altra parte, additando problematiche insensate e inesistenti per poter dar luce alla propria creaturina pagata oro. 

Spesso, il problema del mondo videoludico, è proprio la community, e mi spiace ammetterlo. Quando la nostra passione dovrebbe unirci tutti, spesso finisce col dividerci.

In seguito avvenne l'acquisto di una XBOX360 e qualche gioco, che mi permise di ampliare le mie conoscenze videoludiche e capacità anche col pad alla mano, che sembrava inizialmente un ostacolo insormontabile. Non mi sono mai pentito dell’acquisto di tale console nè ho mai avuto il rimorso di non aver avuto la concorrente.
 Per me, non vi era molta differenza tra la mia 360 e la Playstation3, anzi! Scelsi questa per un motivo tanto chiaro quanto banale: “Ce l’hanno tutti i miei amici e voglio continuare a giocare con loro”. Non per il Live a detta di molti "migliore" ma a pagamento o i servizi multimediali; di certe cose, quando ti diverti, arrivi anche a fregartene. Perchè per me i giochi sono semplicemente un’esperienza che mirano al mio intrattenimento, e il mezzo che utilizzo per farlo poco mi interessa se mi permette di centrare in pieno l'obiettivo. Certo, mi spiace non aver potuto giocare ad alcuni giochi/serie proprietarie o esclusive, ma di certo non posso lamentarmi di ciò che ho ottenuto dalla mia scelta.

Sono i giochi a fare la differenza, sono i giochi che cambiano il player, non la console.

Dopo un sacco di anni, l'emozione di cominciare un nuovo gioco
Pokémon, con tutte le modifiche e novità del caso, era
pressochè invariata rispetto a quella provata quando,
 una decina di anni prima, mi avventurai per la prima volta in quel mondo 
Recuperai col tempo anche il 3DS, specialmente per Pokèmon X/Y e per potere finalmente finire Ocarina of Time, e così Nintendo è ritornata di prepotenza a farla da padrona nella tasca dello zaino che mi porto appresso in giro; ed un PC,che uso per lo studio e per giocare diversi titoli ed espandere il mio parco giochi personale, trovando gran diletto negli Indie, alcuni semplicemente brillanti, tra cui uno dei miei preferiti: Fez.





E con questo concludo la mia carrellata sul cosa ho e non ho avuto sottomano in tutti questi anni, sul perchè ho compiuto certe scelte al posto di altre, e sul perchè sono il player che gioca a di tutto, un po’, a bit.
È ora di muoversi in avanti, è ora di toccare con mano i videogiochi ed parlarne seriamente, analizzando titoli, parlandone e cercandone pregi e difetti, e quindi ora vi saluto, ringraziandovi dell’attenzione.
Alla prossima con una probabile recensione!

Axel

PS: Vi inviterei inoltre, nel caso foste interessati al blog, di mettere "Mi piace" alla neonata pagina su Facebook riguardante il blog: Axel Bit su Facebook

martedì 8 aprile 2014

Guardare al Player di ieri per capire il Player di oggi.

E il player in questione sono io, Axel. So che può sembrare un articolo pesante, data la lunghezza, ma lo ritenevo abbastanza interessante per poter capire il mio pensiero e che cosa sono e sono stati i videogiochi per me.
Vi ringrazio per l'attenzione e buona lettura J


"What the..."
I miei primi approcci coi videogiochi risalgono a quando ero davvero piccolo, giochicchiando e cercando di capire cosa diavolo stessi facendo con il controller in mano dello SNES del vicino o del cugino di turno. E non avendo alcuna console in casa al momento, ogni minuto speso valeva oro, per un bimbetto come me. Nonostante non avessi alcuna capacità in ambito videoludico, ne ero stregato, ma per i miei genitori, i videogiochi rimasero un tabù per parecchio tempo.




Già, perchè le frasi “Ti fanno male” e “Ti rovini gli occhi” le avrò sentite migliaia di volte, prima di poter finalmente accedere al mondo dei videogiochi, prima di avere tra le mani una console che potevo considerare “mia” (a parte la piccola parentesi di una Playstation con pochissimi giochi al quale non davo assolutamente peso, non potevo ancora giocare). 
Ed ecco che magicamente arrivò il Gameboy Color. Da quel giorno, un susseguirsi di avventure, esperienze, andando alla ricerca di tutti i Pokémon, cercando di saltare su piattaforme moventi evitando i Koopa Paratroopa, cercando di uscire da quella diavolo di Gringott e di aiutare Topolino! Ma non mi stavo ancora godendo il tutto, ero troppo ingenuo per stare li a leggere dialoghi, per cercare di scervellarmi. 
Adoravo Super Mario Bros. proprio perchè il protagonista non aveva molto da dire, e perchè ogni volta che premevo il tasto, Mario saltava immediatamente, lo stavo “controllando” e aiutando a sconfiggere le sue difficoltà, che erano diventate anche mie. Nel caso non riuscissi a passare un livello, avrei rigiocato quelli precedenti all’inverosimile, finchè non avrei avuto l’ingenuo sentore che io e Mario, insieme, avessimo potuto farcela.

Ero davvero convinto di dargli una mano, di migliorarlo con l'avanzare dei tentativi, anche se sicuramente stava accadendo il contrario.


Non ero ancora convinto sugli altri giochi però: Pokémon Rosso su tutti è stato un ostacolo abbastanza difficoltoso da superare, avendo il gioco in spagnolo. Ma non demorsi, e cercai di continuare, imperterrito, dilettandomi a guardare le mie creature attaccare le altre e vincere gli scontri. Sconfissi la lega almeno, prima di passare ad Oro, che invece, nel suo essere comprensibile avendo demolito la barriera della lingua, e grazie anche al mio essere cresciuto, difficilmente e raramente lasciò spazio agli altri giochi della scarsa collezione.


Anni dopo, arrivò il primo vero regalo videoludico da parte dei miei genitori: l’Advance SP, scavalcando l’orizzontale discendente. Scavalcandolo perchè desideravo, su tutto, la retroilluminazione, così da non dovermi per forza fermare in condizioni di visibilità scarse per gli schermi precedenti. Quello, insieme alla sua custodia a tracolla, accompagnarono quasi ogni mio vaggio in auto, quasi ogni uscita coi miei ed amici. Non potevo staccarmene, i giochi mi divertivano, mi mettevano in difficoltà, ma questa volta la rabbia prese il posto della rassegnazione: avevo tutti i mezzi per farcela, dovevo solo metterli in atto. E ogni sfida, che fosse attraversare uno schema con un beyblade scadente, un allenatore particolarmente arduo, una partita a carte piuttosto complicata, andava completata.

Non leggevo recensioni, non mi facevo influenzare se non da ciò che i miei amici avevano da dirmi in merito, soprattutto il mio migliore amico, con il quale condividevo questa passione sempre crescente, tanto da comprare gli stessi gioco quasi sempre, pur di giocarli insieme attraverso l’introvabile cavo, prima, e poi con il miracoloso Wireless Adapter. E sento, a distanza di tempo, di aver fatto bene: la sensazione di un nuovo gioco tra le mani che avevo scelto di mia volontà, era genuina, e soddisfacente. Certo, ho anche beccato giochi ben lontani dall’essere capolavori, mica ero un genio del videogame, o un Gastone!

Mamma Nintendo regnava indisturbata
il mio piccolo regno videoludico.
E ovviamente, dopo il GBA SP, arrivò il primo Nintendo DS, il ciccio azzurrino, che arrivò con mia enorme sorpresa. Lo desideravo da un po’, ma l’idea che i miei potessero effettivamente prenderlo non mi aveva ancora sfiorato. E anche lì ore macinate ad accarezzare cuccioli, far correre Pikachu, eseguire i movimenti col pennino dettati da Wario e molte altre cose, sia in casa, che in giro.

Non potevo rimanere senza console appresso, non sopportavo l’idea che se avessi voluto spostarmi, avrei dovuto interrompere la partita. Per quello non avevo ancora una console fissa, a parte la Playstation menzionata prima, che annoverava ancora Tekken 3, Crash Bandicoot e FIFA World Cup ’98, e forse qualche altro gioco facilmente dimenticabile.


Ho deciso che per oggi mi fermerò qui, dedicherò un nuovo articolo alla seconda parte sulla mia storia coi videogiochi, nella quale tratterò l’arrivo in casa di console fisse, e come hanno mi hanno influenzato.

Spero di aver suscitato, con questo articolo, almeno un minimo di interesse J


Alla prossima,

Axel


lunedì 7 aprile 2014

Presentazione del Blog

Salve a tutti!

Ciao, sono Axel, un giovane studente di Ingegneria Informatica, amante dei videogiochi. Ho deciso di avviare un blog personale per cominciare a muovere i primi passi nel mondo della scrittura online, in quanto è sempre stato mio desiderio che le mie idee od opinioni venissero lette, condivise, contestate da un’utenza, anche se piccola, per poter avere un dialogo!
Non sono qui nè per idolatrare, nè per lanciare critiche a tutto spiano, ma per dire la mia sul mondo videoludico che ci circonda, e ascoltare Voi!

Di cosa tratterò? Principalmente vorrei dedicare il mio blog al campo videoludico, anche se non escludo che vari argomenti, anche non direttamente attinenti al Topic principale, verrebbero trattati più che volentieri. Ho già in mente qualche idea, sia riguardo al presente del blog, sia riguardo ad una possibile e sperata evoluzione di questo: bisogna solo che le metta per iscritto e mi ci metta di impegno.

Detto questo, mi scuso anticipatamente della scarna impostazione del blog, almeno per ora, in quanto essendo il mio primo “esperimento”, sto cercando di testare varie combinazioni, non fatevi spaventare da repentini cambi di layout o skin J
Vi ringrazio ancora, sperando di avere suscitato il vostro interesse.

Alla prossima,

Axel