lunedì 14 aprile 2014

"Love is dead" - Catherine, il gioco che non ti aspetti.

"Fear is a feeling that is stronger than love."

Ed oggi sono qui a presentarvi "Catherine", gioco del 2011, che a dire di Wikipedia, è un “videogioco horror platform-avventura con alcuni leggeri seppur frequenti elementi erotici”. E la definizione data dalla famosa enciclopedia online è decisamente azzeccata: "Catherine" è appunto un miscuglio di generi che difficilmente avrebbero trovato una coesione migliore se non in questo caso.

Giocheremo nei panni di Vincent Brooks, pigro ingegnere 32enne, felicemente fidanzato con una bella donna di successo, Katherine McBride. Un ingegnere dalla vita monotona, e gran sognatore, ma non è la sua vita pubblica o lavorativa ad interessarci, quanto la sua vita privata, minata dalla presenza di una bellissima e sensuale ragazza di nome Catherine.

Dietro l’arguta scelta dei nomi delle due “co-protagoniste”, c’è il dramma di un uomo: Vincent si ritroverà infatti a dover condurre una doppia vita costituita da continue mezogne, dividendosi tra la seria Katherine, desiderosa di sposarsi, e la frivola Catherine, la quale si invaghisce improvvisamente del nostro protagonista.

E allora, cosa ha questo titolo di “platform” o di “horror”?

Se, nelle sezioni diurne vivremo la vita di Vincent serpeggiandoci tra le varie scelte, di notte vivremo veri e propri incubi che stanno disturbando le notti di tutti i maschietti della città: in questi incubi ogni uomo sarà rappresentato come una pecora e si ritroverà dinanzi una parete costituita di cubi da scalare, facendo attenzione a non cadere e a non farsi scavalcare, il tutto coronato da dettagli piuttosto oscuri che la trama pian piano svelerà.

Tutto qui”?


Un rapido riassunto su cosa
ci attenderà in "Catherine".
 Catherine, a enormi linee, è questo. È un gioco che porta una gigantesca ventata di aria fresca per le menti dei giocatori, un po’ troppo abituati, in questa generazione, a premere rapidamente i grilletti e a massacrare orde di ... robe indefinite. Il tema è quindi diverso dai soliti, qui si parla di scelte, di amori e di matrimonio, e di come questi fattori possano indurre l'uomo, instupidito, a commettere fatali errori.
“Catherine” parte da un’idea semplice, da un banale disguido, ma che viene rimpinguato ed accompagnato ad altrettanto geniali idee, per venire a noi come un titolo brillante e soprattutto divertente, ma che comunque vuole almeno provare a far riflettere il giocatore sulle proprie scelte morali, riflettendole in quelle del protagonista.

Perchè è divertente cercare di capire come Vincent sbroglierà il nodo, come se la caverà, e cosa ancor più interessante, saranno le nostre risposte a domande ricevute attraverso dei confessionali volanti e le nostre azioni a influire sia sul Karma di Vincent e sia sul prosieguo della trama, nonchè sul finale. Finale che ci potrà essere servito in ben 8 diverse combinazioni, aumentando di fatto il fattore rigiocabilità. Piccola curiosità, persino la copertina del titolo è ribaltabile, così da portare proprio il giocatore ad effettuare una propria scelta. LINK

La curva di difficoltà degli incubi cresce, a volte anche spaventando un po’ il giocatore maldestro e portandolo a continuare a provare fino all’esaurimento delle vite: nuove sfide vengono aggiunte man mano che si procede, boss battles, nuovi oggetti che ci possono aiutare e blocchi che ci potranno creare problemi.
E questa sezione “notturna” del gioco (si parla comunque di incubi) è decisamente indispensabile, in vari aspetti: durante le lunghe scalate vari aspetti della trama verranno svelati, e anche alcuni arcani segreti troveranno il modo di affiorare; le scalate sono inevitabili e allenano il giocatore alla ricerca di cavilli (non trucchi, mi raccomando!) per rendersi la salita meno frustrante.

E il gioco sa esserlo, maledettamente frustrante, sia nei continui e complicati enigmi che nelle continue questioni morali che ci investiranno col fine di distribuire a Vincent il Karma, che oscillerà tra due simpatici putti, uno blu ed angelico e l'altro ovviamente rosso e demoniaco.
Eeeeee morto! Di nuovo!
Le sezioni diurne invece riprendono la trama attraverso filmati in stile anime meravigliosamente disegnati, o attraverso sezioni allo Stray Sheep Bar, nel quale Vincent si ritroverà quasi sempre a bere qualcosa con i quattro inseparabili amici per chiacchierare e sciogliersi dalla tensione data dal dover comunque affrontare una nuova notte piena di scalate e macabre avventure. Cercare di entrare nel dettaglio, senza ricadere nel rischio di spoilerare ad altri, è difficile, quindi farò in modo di lasciare che un eventuale incuriosito lettore, o lettrice, scopra piano piano da sè le intricate vicende di “Catherine”.

Dal punto di vista grafico il titolo gode di ottime qualità, sopratutto per quanto riguarda le sezioni disegnate ad anime, e buone per quanto riguarda il 3D del bar e degli incubi, questi ultimi vero fulcro del gioco.
Il design dei personaggi, e ogni dettaglio maniacale (si veda per esempio la fedele giacca del protagonista) legato ad essi è quanto di più azzeccato ci possa essere, permettendo al giocatore, già da una prima occhiata, di inquadrare la psicologia del personaggio, quasi facendo uso di una spicciola fisiognomica. L'atmosfera ha un che di velatamente erotico, alternato a toni decisamente più "dark" o a sezioni più tranquille, infonde perfettamente  e continuamente nel giocatore le sensazioni che il gioco vuole provocare.

Il comparto audio gode di un doppiaggio inglese fatto più che bene, con sottotitoli disponibili anche nella nostra lingua e tradotti fedelmente; ma cosa colpisce di più sono le musiche. Musiche che centrano in pieno lo spirito del gioco, facendo provare una miriade di sensazioni, tra le quali l'ansia, al giocatore, sia con brani originali che con rifacimenti ad hoc di pezzi classici come per esempio la Piano Sonata N.2 Funeral March di Chopin, che ho personalmente adorato.


"Catherine" non è un gioco perfetto, presenta comunque piccoli e passabili difetti, quali la telecamera che spesso non viene incontro al giocatore, la rapidità nel quale la diffiicoltà cambia anche a difficoltà normale. Ma "Catherine" non punta di certo a essere perfetto in toto, ATLUS con questo prodotto punta più alla esaltazione della propria originalità e capacità di osare dove nessuno si è spinto o vorrebbe spingersi, e lo fa in modo solido, procurandoci un’esperienza nuova, matura e piacevole.

Un’esperienza che, per amore dell’originalità, non va lasciata sfuggire.

Axel



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