"Fear is a feeling that is stronger than love." |
Ed oggi sono qui a presentarvi "Catherine", gioco del 2011, che a dire di Wikipedia, è un “videogioco horror platform-avventura con alcuni leggeri seppur frequenti elementi erotici”. E la definizione data dalla famosa enciclopedia online è decisamente azzeccata: "Catherine" è appunto un miscuglio di generi che difficilmente avrebbero trovato una coesione migliore se non in questo caso.
Giocheremo nei panni di Vincent Brooks, pigro ingegnere 32enne, felicemente
fidanzato con una bella donna di successo, Katherine McBride. Un ingegnere
dalla vita monotona, e gran sognatore, ma non è la sua vita pubblica o
lavorativa ad interessarci, quanto la sua vita privata, minata dalla presenza
di una bellissima e sensuale ragazza di
nome Catherine.
Dietro l’arguta scelta dei nomi delle due “co-protagoniste”, c’è il dramma
di un uomo: Vincent si ritroverà infatti a dover condurre una doppia vita
costituita da continue mezogne, dividendosi tra la seria Katherine, desiderosa
di sposarsi, e la frivola Catherine, la quale si invaghisce improvvisamente del
nostro protagonista.
E allora, cosa ha questo titolo di “platform” o di “horror”?
Se, nelle sezioni diurne vivremo la vita di Vincent serpeggiandoci tra le
varie scelte, di notte vivremo veri e propri incubi che stanno disturbando le
notti di tutti i maschietti della città: in questi incubi ogni uomo sarà
rappresentato come una pecora e si ritroverà dinanzi una parete costituita di cubi
da scalare, facendo attenzione a non cadere e a non farsi scavalcare, il tutto
coronato da dettagli piuttosto oscuri che la trama pian piano svelerà.
“Tutto qui”?
Un rapido riassunto su cosa ci attenderà in "Catherine". |
“Catherine” parte da un’idea semplice, da un banale disguido, ma che viene
rimpinguato ed accompagnato ad altrettanto geniali idee, per venire a noi come
un titolo brillante e soprattutto divertente, ma che comunque vuole almeno
provare a far riflettere il giocatore sulle proprie scelte morali,
riflettendole in quelle del protagonista.
Perchè è divertente cercare di capire come Vincent sbroglierà il nodo, come
se la caverà, e cosa ancor più interessante, saranno le nostre risposte a
domande ricevute attraverso dei confessionali volanti e le nostre azioni a
influire sia sul Karma di Vincent e sia sul prosieguo della trama, nonchè sul
finale. Finale che ci potrà essere servito in ben 8 diverse combinazioni,
aumentando di fatto il fattore rigiocabilità. Piccola curiosità, persino la copertina del titolo è ribaltabile, così da portare proprio il giocatore ad effettuare una propria scelta. LINK
La curva di difficoltà degli incubi cresce, a volte anche spaventando un
po’ il giocatore maldestro e portandolo a continuare a provare fino
all’esaurimento delle vite: nuove sfide vengono aggiunte man mano che si
procede, boss battles, nuovi oggetti che ci possono aiutare e blocchi che ci
potranno creare problemi.
E questa sezione “notturna” del gioco (si parla comunque di incubi) è decisamente indispensabile, in vari aspetti: durante le lunghe
scalate vari aspetti della trama verranno svelati, e anche alcuni arcani
segreti troveranno il modo di affiorare; le scalate sono inevitabili e allenano
il giocatore alla ricerca di cavilli (non trucchi, mi raccomando!) per rendersi
la salita meno frustrante.
E il gioco sa esserlo, maledettamente frustrante, sia nei continui e complicati enigmi che nelle continue questioni morali che ci investiranno col fine di
distribuire a Vincent il Karma, che oscillerà tra due simpatici putti, uno blu
ed angelico e l'altro ovviamente rosso e demoniaco.
Eeeeee morto! Di nuovo! |
Dal punto di vista grafico il titolo gode di ottime qualità, sopratutto per
quanto riguarda le sezioni disegnate ad anime, e buone per quanto riguarda il
3D del bar e degli incubi, questi ultimi vero fulcro del gioco.
Il design dei personaggi, e ogni dettaglio maniacale (si veda per esempio
la fedele giacca del protagonista) legato ad essi è quanto di più azzeccato ci
possa essere, permettendo al giocatore, già da una prima occhiata, di
inquadrare la psicologia del personaggio, quasi facendo uso di una spicciola
fisiognomica. L'atmosfera ha un che di velatamente erotico, alternato a toni decisamente più "dark" o a sezioni più tranquille, infonde perfettamente e continuamente nel giocatore le sensazioni che il gioco vuole provocare.
Il comparto audio gode di un doppiaggio inglese fatto più che bene, con
sottotitoli disponibili anche nella nostra lingua e tradotti fedelmente; ma cosa
colpisce di più sono le musiche. Musiche che centrano in pieno lo spirito del
gioco, facendo provare una miriade di sensazioni, tra le quali l'ansia, al
giocatore, sia con brani originali che con rifacimenti ad hoc di pezzi classici come per esempio la Piano Sonata N.2 Funeral March di Chopin, che ho personalmente adorato.
"Catherine" non è un gioco perfetto, presenta comunque piccoli e passabili
difetti, quali la telecamera che spesso non viene incontro al giocatore, la
rapidità nel quale la diffiicoltà cambia anche a difficoltà normale. Ma "Catherine" non punta di certo a essere perfetto in toto, ATLUS con questo
prodotto punta più alla esaltazione della propria originalità e capacità di
osare dove nessuno si è spinto o vorrebbe spingersi, e lo fa in modo solido,
procurandoci un’esperienza nuova, matura e piacevole.
Un’esperienza che, per amore dell’originalità, non va lasciata sfuggire.
Axel
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