Parlare di un gioco che non si è giocato, o di qualsiasi
cosa non si sia fatta/vista/sentita/ecc. non è di certo facile, figuriamoci
recensirlo! Non è nemmeno esageratamente intelligente come mossa, neppure per
mettersi in bella mostra di fronte agli altri.
Lo stesso, purtroppo, si può dire di un titolo che si è giocato, si è divorato, lo si è amato e forse anche più del dovuto: è riconosciuto infatti il rischio di cadere in uno dei più grossolani errori per un “recensore” o chiunque voglia fare qualcosa del genere: accecare il proprio occhio critico, offuscare il proprio obiettivo per idolatrare e far piacere a tutti il prodotto trattato e che tanto si è amato.
E questo può succedere, è più che normale che ognuno abbia gusti personali e che provi una sadica punta di piacere nel cercare di instillare la propria idea su qualcosa di adorato nelle menti dei lettori e visitatori; ma ognuno ha le proprie idee, opinioni, ed è anche grazie a questo che i confronti e gli scambi di idee sono possibili.
Lo stesso, purtroppo, si può dire di un titolo che si è giocato, si è divorato, lo si è amato e forse anche più del dovuto: è riconosciuto infatti il rischio di cadere in uno dei più grossolani errori per un “recensore” o chiunque voglia fare qualcosa del genere: accecare il proprio occhio critico, offuscare il proprio obiettivo per idolatrare e far piacere a tutti il prodotto trattato e che tanto si è amato.
E questo può succedere, è più che normale che ognuno abbia gusti personali e che provi una sadica punta di piacere nel cercare di instillare la propria idea su qualcosa di adorato nelle menti dei lettori e visitatori; ma ognuno ha le proprie idee, opinioni, ed è anche grazie a questo che i confronti e gli scambi di idee sono possibili.
Lasciamo quindi da parte la sensualità e la stravaganza di un
titolo come Catherine, per concentrarci su un titolo indie del 2011, sviluppato
e pubblicato da Freebird Games. Si tratta, come potrebbe suggerire il titolo
dell’articolo, di "To The Moon".
Un titolo diverso dalla stragrande maggioranza di giochi di
quella che al giorno d’oggi è la old-gen, un gioco che è un chiaro esempio di
come il videogioco sia un effettivo mezzo utile ed efficiente per trasmettere
emozioni forti e capace di far riflettere il giocatore. E non riflettere perché
il gioco ci pone dinanzi a sfide ardue o scelte morali come nella produzione
Atlus, anzi, ma perché le tematiche affrontate in "To the Moon" quali le scelte
che si compiono durante la propria esistenza ed i rimpianti, risultano mature, e
cariche di spunti di riflessione.
Impersoneremo due personaggi, il Dr. Neil Watts e la collega
Eva Rosalene, simpatici e professionali dipendenti di una agenzia chiamata "Sigmund" il cui compito consiste nel realizzare l’ultimo
desiderio di un paziente in punto di morte. E per compiere ciò i dottori intraprenderanno
un viaggio, districandosi tra i ricordi dei pazienti alla ricerca di un modo di
rendere felici gli ultimi istanti di vita. Il ruolo dei due colleghi, oltre a
essere il mezzo attraverso il quale scoprire i retroscena della vita del
paziente, è quello di arricchire i dialoghi, di stampo serio, con parecchie
citazioni, battute che spesso doneranno un sorriso al giocatore/lettore impegnato. Certo, battute e citazioni, ma mai fuori luogo o grette, si vedano l'"Hadouken" cercando di infrangere una barriera o "...Morpheus?" nel rispondere al telefono. Il Dr. Watts si rivela essere il più simpatico e il prolifico di citazioni tra i due.
Il paziente in questione è John, il cui ultimo desiderio è
andare sulla Luna, come ci suggerisce il titolo di questa fatica dei Freebird
Games. E noi cosa dovremo fare, mouse e tastiera alla mano? Effettivamente, non
molto, il gameplay si presenta come una sorta di punta-e-clicca, sempre alla
ricerca di collegamenti temporali, che se collezionati ci permettono di utilizzare
un oggetto chiave della vita di John come “portale” e raggiungere un altro
periodo della sua vita. E il nostro dovere, oltre al godere di una trama, dialoghi
e sceneggiatura ottimamente scritti, non conterà di molto altro, includendo i
vari minigiochi.
Se questa struttura potrebbe risultare noiosa per alcuni, personalmente
trovo che (opinione time) abbia permesso di concentrarmi appieno sulla trama e sulla ambientazione,
senza dovermi preoccupare nel caso avessi sbagliato un enigma o avessi perso
troppo tempo a cercare gli oggetti utili: in To the Moon, tutto è utile al
prosieguo della trama.
Il gioco stesso è stato creato apposta perché vi era già
una trama ben studiata: non ci ritroviamo nel caso in cui un gioco nasce con la creazione della parte tecnica, per poi cercare di cucirci addosso una trama spesso e
volentieri banale, che mostra i segni di una cucitura rapida e raffazzonata, rendendo di fatto la trama nulla più di una "toppa".
Ecco come si presenterà ai nostri occhi "To the Moon" |
Esatto, quattro ore, e possono sembrare poche, ma contando
che il nostro dovere sarà quello di essere veramente poco più che lettori di un
buon libro, passano piacevolmente, e non rischiando di protrarsi inutilmente e
tediosamente a lungo come invece siamo abituati a vedere a volte nell’industria
videoludica.
Il gioco poi finisce, e dopo aver ripulito la scrivania dai
fazzoletti intrisi di dolci lacrime, si ritorna alla vita di tutti i giorni, si
ritorna a guardare fuori da quella finestra che si era ignorata per qualche ora
pur di giocare a “To the Moon”, tempo speso a crescere dentro, a commuoversi e
raggiungere una nuova consapevolezza sui temi trattati dal titolo. E tutto
verrà visto con occhi nuovi, tutto per un po’ assumerà un nuovo significato, anche le stelle la Luna, quest'ultima sogno e desiderio di molti.
"To the Moon" non sarà un titolo perfetto, ma sicuramente uno di quelli che mi è piaciuto di più. |
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Gli ambienti nascondono un'atmosfera misteriosa nel complesso. Sigmund sarà una allusione a Freud?
RispondiEliminaEssendo il gioco pieno di citazioni, ed essendo il compito dell'azienda quello di esaudire i desideri e i sogni delle persone, è più che sicuro che sia una allusione a Freud (:
RispondiEliminaContento che ti sia piaciuto (: Grazie del commento!
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